AUGURI DAI MISSIONARI DE LA SALETTE
Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?
“Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi. Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e fu sepolto ed è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e apparve a Cefa e quindi ai Dodici”. Tutti saremo trasformati, in un istante, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
La morte è stata ingoiata per la vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?
Il pungiglione della morte è il peccato. Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore. Si susseguono ai nostri giorni con impressionate rapidità scenari di morte: morti violente, morti di innocenti, catastrofi di ogni genere, distruzioni, sconvolgimenti. Coinvolti e stravolti da questi scenari a Pasqua siamo ancora invitati a volgere lo sguardo a Colui che abbiamo trafitto. Occorre però uno sguardo illuminato dalla fede per non cadere nel facile inganno di vedere nel divino Crocifisso soltanto una vittima, una della tante vittime innocenti, che ha solo preceduto quelle dei nostri giorni. Quella lampada che ci è stata consegnata come dono prezioso nel giorno del nostro battesimo, dobbiamo farla ardere e ben alimentarla per non cadere nel buio di una interminabile cieca assurda inarrestabile passione, tanto violenta da coinvolgere perfino il Figlio di Dio e che si espande e continua la sua perfida violenza fino a noi, fino a ferire le nostre coscienze, a minare la nostra fede e mietere altre vittime. Volgere lo sguardo a Colui che abbiamo trafitto significa prima di tutto cercare di comprendere l’origine e la cruda realtà del male, che vive in noi e con noi, perpetrato dall’uomo che sfida il Cielo, dall’uomo che presuntuoso, solo e senza Dio si ferisce mortalmente nell’intimo, e che poi continuamente insudicia la terra e la cosparge di male. Quel male che poi ci assale, ci si ritorce contro con violenza e brutalità. Quel male che è poi la nostra triste storia quotidiana, è il male di ognuno di noi, quello personale e quello collettivo. Quel male che poi in modo blasfemo osiamo attribuire a Colui che ci ha creati e redenti. Non siamo in grado di liberarcene da soli, l’uomo non può salvare se stesso. Ecco allora che il nostro sguardo si rivolge fiducioso all’Uomo del Calvario, al Dio della Croce: quella passione ci appartiene, quella crudeltà ora ben sappiamo donde viene, quella coronazione di spine in modo eloquente ci parla della nostra assurda presunzione e delle nostra insane pretesa di gloria e di potere. Scopriamo finalmente con lo sguardo della fede che il Trafitto sta operando una prodigiosa ascensione e una ammirabile assunzione: umiliato fino alla morte di croce, sale per ricondurci alla Casa paterna; assume, prende su di sé tutto il nostro male e si presenta dinanzi al Padre come unico responsabile pronto per espiarlo e pagarne il prezzo. Sì, proprio così il nostro male viene cancellato dal Figlio di Dio! Questa è la nostra Pasqua! Così il male muore inchiodato alla croce, muore sul monte, viene calato in un sepolcro, viene sceso nelle viscere della terra e il bene risorge in un mattino radioso: era il 16 di Aprile 2017. Il Bene è tornato a fiorire nel giardino accanto al monte, dove il Risorto ci chiama tutti per nome per un nuovo Battesimo nel Suo sangue, è tornato a fiorire nel cuore di una peccatrice convertita, è tornato a fiorire nel cuore di due delusi che procedono in senso contrario verso Emmaus e, incontrato il Risorto, tornano al Cenacolo come testimoni, è tornato a fiorire nel cuore degli apostoli frastornati e impauriti poi intrepidi e martiri gloriosi, è tornato a fiorire in Tommaso che non crede, tocca i segni della redenzione e proclama che Gesù è il suo Signore e il Suo Dio, è tornato a fiorire nel tuo e nel mio cuore con il calore e la luce di quella lampada pasquale che una Madre buona, madre del Risorto e dei risorti, dai piedi della croce e gloriosa dal Cielo santo, sempre come mediatrice alimenta tutti noi.
Auguri di ogni benedizione.
Per i Missionari de La Salette
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