La Misericordia celebrata e vissuta
È stata chiusa la porta della misericordia, ma la Misericordia non può essere una parentesi nella vita della Chiesa. Il Signore ci ha permesso di vivere un anno intenso, durante il quale ci è stata donata con abbondanza la grazia della misericordia. Come un vento impetuoso e salutare, la bontà e la misericordia del Signore si sono riversate sul mondo intero, risanando i cuori e illuminando le menti.
Misericordia, infatti, è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità.
Misericordia è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato.
Misericordia è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro e ha raggiunto il suo culmine nell’incarnazione del Figlio eterno del Padre che ora noi adoriamo, piccolo bimbo in Gesù di Nazareth.
Nella « pienezza del tempo », quando tutto era disposto secondo il suo piano di salvezza, Egli mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria, per opera dello Spirito Santo per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore.
Ci accostiamo al Presepio e con lo sguardo fisso sul volto misericordioso di Gesù possiamo cogliere l’amore della SS. Trinità che si rivela di preferenza alle persone semplici come i pastori, ai cercatori di Dio come i Magi, ai peccatori pentiti come noi.
Guidati da Maria e Giuseppe nel contemplare il volto di Gesù, piccolo bimbo, siamo chiamati ad aprire il cuore alla Sua misericordia per diventare noi stessi misericordiosi come il Padre.
Misericordia è averci dato Maria come madre che ci prende per mano e ci accompagna da Gesù. La solennità dell’Immacolata Concezione indica il modo dell’agire di Dio fin dai primordi della nostra storia. Dopo il peccato di Adamo ed Eva, Dio non ha voluto lasciare l’umanità sola e in balia del male. Per questo ha pensato e voluto Maria santa e immacolata nell’amore, perché diventasse Sposa dello Spirito Santo e Madre del Redentore dell’uomo.
Rivolgiamo a lei la preghiera antica e sempre nuova della Salve Regina, perché non si stanchi mai di rivolgere a noi i suoi occhi misericordiosi e ci renda degni di contemplare il volto della misericordia, suo Figlio Gesù.
Al fianco di Maria brilla la semplicissima santità di Giuseppe che, per la sua fede, diventa strumento di misericordia per Maria e Gesù. È nostra guida nell’accogliere la voce del Signore che ci chiede di non cercare la soluzione dei problemi nelle logiche umane, ma nell’affidarsi totalmente alla Sua volontà.
Vi auguro di vivere questo mese in profonda contemplazione come suggerisce questo brano poetico:
Sul volto di Maria è apparso uno stupore che non apparirà mai più sul volto di una creatura. Maria, infatti, è l’unica creatura che, stringendo al petto il Suo Figlio, può dirgli: «Dio mio!». Ed è l’unica creatura che, pregando il Suo Dio, può dirgli: «Figlio mio!». L’ha portato nove mesi e gli dà il seno, il suo latte diventa il sangue di Dio. Lo guarda e pensa: «Questo Dio è mio figlio. Questa carne divina è la mia carne. È fatta di me, ha i miei occhi, la forma della sua bocca è la forma della mia. Mi assomiglia. È Dio e mi assomiglia!». Nessuna donna ha avuto in sorte il suo Dio per lei sola. Un Dio piccolo che si può prendere fra le braccia e coprire di baci, un Dio caldo che respira e sorride.
Padre Celeste Cerroni, ms
P.S..
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Auguri di un S. Natale e un Nuovo Anno di Grazia
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