NEWS LAICI SALETTINI Dal 30 settembre al 09 Ottobre 2016 si è tenuto a La Salette in Francia il 2° INCONTRO INTERNAZIONALE DEI LAICI SALETTINI. Per vedere tutti i video che la Congregazione ha pubblicato relativi all'evento cliccare sulla foto:
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GESU’ HA SETE D’AMORE
DEL NOSTRO AMORE
Mettiamo al centro della nostra riflessione la devozione al Sacro Cuore di Gesù.
Quando Gesù nel 1675, apparendo a Santa Margherita Maria Alacoque le mostra il Cuore fiammeggiante d’amore le dice: “Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e che nulla ha risparmiato fino ad esaurirsi e consumarsi per testimoniare loro il suo amore”. «Guardiamo a Cristo trafitto in Croce! È Lui la rivelazione più sconvolgente dell’amore di Dio»: è l’esortazione di Papa Francesco.
Lo Spirito Santo, che guida la Chiesa, le ha fatto fare passi da gigante in questa devozione.
- Con Santa Faustina Kowalska la devozione al Sacro Cuore è fiorita nell’Amore Misericordioso che irradia sul mondo la forza trasformatrice dello Spirito Santo che opera nei Sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia. Di fronte ai due raggi che escono dal costato di Cristo anche noi comprendiamo che la Misericordia di Dio è una fonte zampillante di vita che può dare risposta ai problemi dell’umanità e, accolta con cuore aperto, può trasformarci in persone misericordiose.
- La decisione di San Giovanni Paolo II, poi, di istituire la festa della Divina Misericordia ha rilanciato la devozione al Sacro Cuore in dimensione ecclesiale, sociale. La preghiera personale deve essere più intensa e il rapporto con Cristo deve cercare l’intimità, ma subito deve aprirsi ad abbracciare l’orizzonte sconfinato del progetto di Cristo che vuole la salvezza eterna di ciascuna delle sue creature.
Il grido dalla croce, “Ho sete” risuona ancora oggi ovunque ci sono poveri, emarginati e soli, persone e famiglie in difficoltà, rifugiati o senza dimora… In loro Gesù ha sete di amore, del nostro amore, e noi siamo invitati a rispondere a questa richiesta amando, amando senza misura, amando tutti con l’intensità di amore di Cristo sulla croce.
- Così la devozione al Sacro Cuore ci ha guidati a comprendere che il vertice unificante della Vita Cristiana è la Vita Eucaristica vissuta nella Misericordia. Non più una devozione marginale, ma il cuore stesso della vita cristiana.
Per questo:
- facciamo personalmente esperienza della Misericordia del Padre che scioglie i nostri cuori di pietra per avere il coraggio di portare la logica sconvolgente della Misericordia nei problemi sociali;
- coltiviamo una profonda intimità personale con Cristo, nutrendoci del Suo corpo risorto, per avere la forza di donarci come lui si è donato;
- invochiamo lo Spirito Santo perchè trasformi i nostri cuori fino a poter esclamare con San Paolo: «Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me»
Si rivela così in noi il volto di Dio-Trinità, un Dio-Famiglia, un Dio-Misericordia, fonte viva di amore. Nel Cuore di Gesù noi facciamo esperienza che Dio ci è alleato, padre, madre, fratello e vive in noi perché vuole la pienezza della nostra vita, ha sete del nostro amore.
Quel grido “Ho sete” ha risuonato forte nel cuore di Madre Teresa e la spingeva nelle periferie a raccogliere i moribondi; risuoni nel nostro cuore e ci spinga a rispondere con amore sincero al Signore, ma ci dia anche orecchi e cuore per ascoltarlo nel grido delle persone che ci sono vicine e che ci interpellano con la loro situazione di solitudine, di miseria materiale e morale, di povertà.
Gesù, Amore Misericordioso, io confido in Te.
PREGHIERA IN PREPARAZIONE
AL CAPITOLO PROVINCIALE
19-23 GIUGNO 2017
Lode a Te, Trinità Santissima, Padre, Figlio e Spirito Santo, per il dono della salvezza, resa presente ogni giorno nella Chiesa attraverso la Parola, il Sacramento e il Carisma. Lode a Te per la tua presenza reale nell’Eucaristia.
Nella Parola, tu ci doni la voce dei tuoi testimoni; ci doni la voce di Maria. Ella, donna della Parola, ci chiama a far divenire Parola le nostre umili voci di peccatori sempre bisognosi di perdono.
Nell’Eucaristia tu ci doni la presenza personale e materna di Maria. Ella, donna eucaristica, ci chiama a diventare uomini eucaristici.
Tu ci doni la presenza personale e materna di Maria anche nel Carisma. Ella, donna dello Spirito, ci chiama a diventare uomini spirituali.
Lode a Te, Trinità Santissima, per il segno misericordioso della sua apparizione a La Salette a Massimino e Melania. Di questo segno ci hai voluti partecipi, come missionari di Nostra Signora de La Salette.
Trinità Santissima, si avvicina il momento del nostro capitolo provinciale: donaci di viverlo, con Maria, da uomini della Parola, da uomini eucaristici, da uomini spirituali, da peccatori perdonati, da missionari di Nostra Signora de La Salette. Ognuno di noi sappia mettere in comune i doni ricevuti per il bene della Chiesa e del-mondo, cui Tu ci hai legati per sempre. Lode a Te, che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
UN MESSAGGIO PER GLI UOMINI DEL NUOVO MILLENNIO
Anche se la Madonna ci ha donato il suo messaggio a La Salette nel 1846, tuttavia questo non perde la sua attualità. Rileggendo la crisi del periodo in cui è avvenuta l’apparizione de La Salette e la grave crisi religiosa, sociale, economica, politica e umana che sta colpendo duramente la nostra società in questo inizio di secolo, ci impressiona la somiglianza. Per cui le parole di Maria donate all’umanità dall’alto di quella montagna risultano fondamentali anche per noi uomini e donne del terzo millennio. Il 6 gennaio 2001, nell’Esortazione Apostolica, “Novo Millennio ineunte” , il Santo Giovanni Paolo II così scriveva: “è ormai tramontata, anche nei paesi di antica evangelizzazione, la situazione di una ‘società cristiana’ che, pur tra le tante debolezze che sempre segnano l’umano, si rifaceva esplicitamente ai valori evangelici’ (n. 40). La Vergine Maria oggi, anche a noi, si mostra con il grande Crocifisso sul petto, sorgente della luce e della bellezza dell’Apparizione; Lei ci testimonia che Gesù è il centro della sua vita e chiede anche a noi di ricostruire la nostra vita e la nostra società sul suo Figlio e sui valori evangelici.
RIPARTIRE DA CRISTO
Tornando all’Esortazione Apostolica, “Novo Millennio ineunte ” il programma che Giovanni Paolo II ci dava per questo terzo millennio era di ripartire da Cristo e scriveva: “Il programma è quello di sempre, raccolto dal Vangelo e dalla viva Tradizione. Esso si incentra, in ultima analisi, in Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare, … (n. 29). E continuava parlando di santità, di preghiera, dell’Eucaristia domenicale, del sacramento della Riconciliazione, del primato della grazia, dell’ascolto e annunzio della Parola. Maria a La Salette già nel 1846 richiamava a vivere questo programma nella nostra vita di cristiani, di discepoli di Gesù. Non solo Maria ci presenta il Cristo Crocifisso, ma ci richiama alla sottomissione a Dio, quindi alla santità nel rispetto del settimo giorno, per essere santi come Dio è santo, e nel rispetto del Nome del suo Figlio, l’unico nome che ci salva e ci santifica. Ci invita alla preghiera almeno “un Pater e un’ Ave sera e mattina” e “quando avete del tempo ditene di più”. Ci chiede di vivere la domenica come il giorno del Signore, mettendo al centro l’Eucaristia. Ci invita alla conversione e alla riconciliazione: “se si convertono” è la forte richiesta che Maria pone al centro del Messaggio. Sono stati i pellegrini stessi ad invocare la Madonna de La Salette come “la Riconciliatrice dei peccatori”. Il messaggio di Maria termina con l’invito a farlo conoscere quindi all’annunzio.
URGENZA DELLA RICONCILIAZIONE
Il cuore del Messaggio di Maria è la Riconciliazione. Maria non usa questa parola, ma si presenta come testimone attendibile della Riconciliazione. Appare piangendo perché porta nel cuore i drammi e le lotte della nostra umanità. In mezzo ad un popolo sofferente anche Lei soffre e dice: “Da quanto tempo soffro per voi’. Lei si mostra con una grossa catena sulle spalle che la schiaccia quasi sulla pietra della montagna per dirci che Dio non è un dominatore che fa soffrire il mondo. Quante volte anche noi abbiamo accusato Dio del male che tormenta il mondo! E Maria dice: “Bestemmiate il nome di mio figlio“. Lei appare “incatenata” per dirci, invece, che Dio prende su di sé i nostri egoismi, le divisioni, gli odi, il disprezzo, la speculazione e la strumentalizzazione degli altri. Mostrandoci il Crocifisso ci dice fino a che punto Dio ci ha amato e che il nostro unico Riconciliatore è Gesù che si
“è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori‘ (Is 53,4). Lei vuole, invece, mostrarci che del male del mondo “la colpa è vostra e voi non ci fate caso“. Non dice questo per colpevolizzarci, ma per farci prendere coscienza della nostra libertà e responsabilità. L’uomo, per mezzo della libertà che Dio gli ha donato, è responsabile della creazione.
LA SALETTE E LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
In questa apparizione troviamo i passi da fare nella nuova evangelizzazione: “Maria cammina sulla montagna“, va in una autentica periferia per incontrare due ragazzi di strada, poveri anche umanamente. Si fa vicino; i ragazzi dicono che erano talmente vicini a Lei che “nessuno poteva passare tra loro e la Madonna“. Piangendo si fa carico dei mali materiali e spirituali del suo popolo e intercede per loro. Parla con loro, usa anche il loro dialetto per farsi comprendere; aiuta Massimino a ricordare una sofferenza passata che aveva accantonato nel suo cuore; li porta a leggere i segni dei tempi per vedere la realtà con l’occhio di Dio; cammina con loro portandoli alla sequela di Gesù.
Papa Francesco ci dice: “uscite, andate nelle periferie, dai più poveri… siate misericordiosi.. “; Maria alla Salette ha incontrato due ragazzi di periferia per riportali al centro del cammino umano e di fede. Non è questo il cammino da percorrere anche oggi?
Celeste Cerroni ms
19 SETTEMBRE
L’apparizione avviene il 19 settembre 1846 tra le ore 15,00 e le 16,00; è sabato, ultimo giorno delle quattro tempora di Settembre, vigilia quell’anno della festa dell’Addolorata (in quel periodo la festa dell’Addolorata veniva celebrata nella terza domenica di Settembre) e all’ora dei primi Vespri cioè nel momento in cui la Chiesa cantava l’inno:
Oh, di quante lacrime è inondato il volto della Vergine Madre ! Quali angosce! Quale dolore!
Maria appare in lacrime sulla Montagna de La Salette. Noi vedremo che l’icona centrale dell’apparizione è Maria ai piedi della Croce di Gesù.
1846: CRISI ECONOMICA E SOCIALE
Nell’Europa e in Francia in particolare, il passaggio dall’agricoltura all’industria aveva provocato profondi squilibri; la grave crisi agricola del 1845-46 causata dalla siccità in estate e dalle inondazioni in autunno, dalla malattia delle patate che ha toccato gran parte dell’Europa, in particolare l’Irlanda, ha prodotto speculazione (accaparramento del grano per rivenderlo ad un prezzo maggiore); l’aumento dei prezzi (il pane da 25 centesimi era passato a 45) per cui è andata in crisi anche l’industria specialmente quella tessile. La gente era povera e non poteva comperare i vestiti. La borghesia aveva investito i soldi in borsa: le azioni guida erano quelle della ferrovia del Nord. Si bloccano i lavori della costruzione delle ferrovie, aumentano gli scioperi; si blocca anche la vendita della metallurgia. Così si accumulano catastrofi: crollo della borsa. Fallimenti, miseria, lotte per poter sopravvivere. Sembra di leggere la crisi che in questo momento sta vivendo l’Europa, l’America e in particolare l’Italia. Nell’inverno 1845-’46 anche le famiglie del comune de La Salette sono afflitte da questa grande crisi.
CRISI RELIGIOSA
Il Papa Giovanni Paolo II nel discorso a Siracusa il 7/11/94 ha detto: “Maria piange a La Salette, alla metà del secolo scorso, prima delle apparizioni di Lourdes, in un periodo in cui il cristianesimo in Francia sperimenta una crescente ostilità.. È possibile comprendere quel pianto proprio sullo sfondo di quei eventi tragici..”
1841 Karl Marx all’università di Jena, in una tesi filosofica, condannava la fede in Dio perché era di ostacolo alla libertà dell’uomo. Parallelamente Ludwig Feuerbach affermava che Dio non è che il prodotto di una alienazione attraverso la quale l’uomo si spoglia delle sue proprie qualità e le proietta in un essere immaginario. La dottrina dell’Incarnazione avrebbe potuto procurare al mondo l’eliminazione di Dio e la sua morte invece ha fatto intraprendere il cammino contrario.
1843 — 1845 Marx era a Parigi e conosce il mondo operaio e la lotta sociale. A partire da questa esperienza e mettendo a profitto gli studi filosofici e in particolare quelli di Feuerbach, poneva i fondamenti del materialismo. Qualche mese prima dell’Apparizione Marx componeva con Engels l’ideologia tedesca, opera nella quale dà all’ateismo, che per Feuerbac era un problema teorico, una portata pratica ed efficace.
Siamo agli antipodi del Messaggio de La Salette. Maria che insiste sul giorno del Signore afferma che l’esistenza dell ‘uomo e il suo nutrimento non sono unicamente il frutto del suo lavoro; l’uomo lo riceve fondamentalmente altrove. Nel 1848 Marx pubblica il Manifesto. Queste ideologie e la grave crisi economica mettevano a dura prova la vita religiosa.
CRISI POLITICA
Nel 1846 mentre in tutta l’Europa non si sopportava la monarchia autoritaria di Metternik, la Francia nel luglio del 1846 rompeva il rapporto di amicizia con l’Inghilterra e si avvicina all’Austria. La grave crisi politica sfocia poi nei moti del 1848; una rivoluzione che tocca buona parte dell’Europa. In questo clima di grave crisi avviene l’apparizione di Maria a La Salette che è anche chiamata “un grido del cielo“. Maria, con l’occhio di Dio legge la realtà e le terribili conseguenze, dice che questo deserto, la carestia e la mortalità dei bambini sono conseguenza del nostro peccato e afferma “voi non ci fate caso” per cui piangendo chiede all’uomo di convertirsi e tornare al suo Figlio il Crocifisso Risorto che è il centro dell’ Apparizione.
Celeste Cerroni ms
Alla scuola di Maria per salvare l’umanità
Cento anni fà, tre piccoli pastorelli, nell’impensabile logica di Dio, ricevono a Fatima da Maria Santissima, un messaggio cosmico di lotta e di salvezza che ha influenzato la spiritualità cristiana del secolo scorso e ancora oggi sorregge la speranza che possiamo e dobbiamo contribuire alla vittoria del Bene sul male: «Infine il Mio Cuore Immacolato trionferà». Maria ci parla del suo Cuore Immacolato per farci capire che vuole con noi un rapporto interiore, che coinvolga la nostra vita nell’amore, come anche Lei si è totalmente donata a Dio.
Ci chiede di affidarci fiduciosamente a Lei nella preghiera, nella vita buona, nell’offrire le nostre fatiche e le nostre sofferenze per essere partecipi del sacrificio di Cristo, che ancora oggi si offre. È l’attualizzazione della Morte e Risurrezione di Cristo che vuole raggiungere tutte e ciascuna delle sue creature, perché comprendano il suo Amore e siano partecipi della Sua vita divina. Vuole che nessuno vada perduto.
Maria a Fatima si offre come alleata per ciascuno di noi nel liberarci dal male, ma ci chiede di prendere parte come protagonisti, a questa che è la lotta finale per l’umanità, cominciando dalla conversione del nostro cuore.
La lotta tra il Bene e il male è intrecciata con la storia e con la cultura delle nazioni del mondo intero. Si manifesta nella diffusione di ideologie materialiste, di dottrine che negano Dio, di comportamenti sociali gravemente peccaminosi, di una economia ingiusta che uccide le persone più deboli. Le conseguenze planetarie della negazione di Dio sono sotto i nostri occhi: genocidi, terrorismo, guerre, migrazioni, catastrofi sociali, distruzione delle famiglie. Quanti peccati che portano l’umanità all’odio, alla guerra, ad un vero inferno. Quante vittime innocenti dell’egoismo presuntuoso dell’uomo.
La Madonna invitandoci a pregare per scongiurare tutte queste catastrofi ci insegna che la preghiera può cambiare lo svolgersi dei fatti preannunciati, che il Bene è più forte del male, che la sorte di milioni di persone dipende dalla nostra partecipazione cordiale e fedele al progetto di Dio di cui lei è amabile e appassionata ambasciatrice.
Pregare per la conversione non solo personale, ma anche delle Nazioni. Un’intercessione corale di tutte le persone e le comunità cristiane. Il Papa deve chiamare a raccolta tutti i credenti; tutta la Chiesa deve pregare e lui deve consacrare al Cuore immacolato di Maria il mondo e in particolare proprio le nazioni che diffondono il male perchè si convertano. È la forte richiesta di condividere e realizzare il grande progetto di Gesù: salvare ogni persona di tutti i popoli e di tutti i tempi.
San Giovanni Paolo II convinto che fu la mano della Madonna il 13 maggio 1981 a deviare la pallottola di Ali Ağca e a salvargli la vita, volle che il proiettile fosse incastonato nella corona della statua della Vergine a Fatima e nell’anno 2000 beatificò Giacinta e Francesco.
Papa Francesco il 13 maggio di quest’anno si recherà a Fatima per dichiararli Santi.
Accogliamo l’appello di Maria e affidiamoci al suo Cuore Immacolato:
Atto di affidamento a Maria suggerito da papa Francesco
Beata Maria Vergine di Fatima,
con rinnovata gratitudine per la tua presenza materna
uniamo la nostra voce a quella di tutte le generazioni
che ti dicono beata.
Celebriamo in te le grandi opere di Dio,
che mai si stanca di chinarsi con misericordia sull’umanità,
afflitta dal male e ferita dal peccato,
per guarirla e per salvarla.
Accogli con benevolenza di Madre
l’atto di affidamento che oggi facciamo con fiducia.
Siamo certi che ognuno di noi è prezioso ai tuoi occhi
e che nulla ti è estraneo di tutto ciò che abita nei nostri cuori.
Ci lasciamo raggiungere dal tuo dolcissimo sguardo
e riceviamo la consolante carezza del tuo sorriso.
Custodisci la nostra vita fra le tue braccia:
benedici e rafforza ogni desiderio di bene;
ravviva e alimenta la fede;
sostieni e illumina la speranza;
suscita e anima la carità;
guida tutti noi nel cammino della santità.
Insegnaci il tuo stesso amore di predilezione
per i piccoli e i poveri,
per gli esclusi e i sofferenti,
per i peccatori e gli smarriti di cuore:
raduna tutti sotto la tua protezione
e tutti consegna al tuo diletto Figlio, il Signore nostro Gesù.
AUGURI DAI MISSIONARI DE LA SALETTE
Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?
“Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi. Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e fu sepolto ed è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e apparve a Cefa e quindi ai Dodici”. Tutti saremo trasformati, in un istante, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba. Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
La morte è stata ingoiata per la vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?
Il pungiglione della morte è il peccato. Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore. Si susseguono ai nostri giorni con impressionate rapidità scenari di morte: morti violente, morti di innocenti, catastrofi di ogni genere, distruzioni, sconvolgimenti. Coinvolti e stravolti da questi scenari a Pasqua siamo ancora invitati a volgere lo sguardo a Colui che abbiamo trafitto. Occorre però uno sguardo illuminato dalla fede per non cadere nel facile inganno di vedere nel divino Crocifisso soltanto una vittima, una della tante vittime innocenti, che ha solo preceduto quelle dei nostri giorni. Quella lampada che ci è stata consegnata come dono prezioso nel giorno del nostro battesimo, dobbiamo farla ardere e ben alimentarla per non cadere nel buio di una interminabile cieca assurda inarrestabile passione, tanto violenta da coinvolgere perfino il Figlio di Dio e che si espande e continua la sua perfida violenza fino a noi, fino a ferire le nostre coscienze, a minare la nostra fede e mietere altre vittime. Volgere lo sguardo a Colui che abbiamo trafitto significa prima di tutto cercare di comprendere l’origine e la cruda realtà del male, che vive in noi e con noi, perpetrato dall’uomo che sfida il Cielo, dall’uomo che presuntuoso, solo e senza Dio si ferisce mortalmente nell’intimo, e che poi continuamente insudicia la terra e la cosparge di male. Quel male che poi ci assale, ci si ritorce contro con violenza e brutalità. Quel male che è poi la nostra triste storia quotidiana, è il male di ognuno di noi, quello personale e quello collettivo. Quel male che poi in modo blasfemo osiamo attribuire a Colui che ci ha creati e redenti. Non siamo in grado di liberarcene da soli, l’uomo non può salvare se stesso. Ecco allora che il nostro sguardo si rivolge fiducioso all’Uomo del Calvario, al Dio della Croce: quella passione ci appartiene, quella crudeltà ora ben sappiamo donde viene, quella coronazione di spine in modo eloquente ci parla della nostra assurda presunzione e delle nostra insane pretesa di gloria e di potere. Scopriamo finalmente con lo sguardo della fede che il Trafitto sta operando una prodigiosa ascensione e una ammirabile assunzione: umiliato fino alla morte di croce, sale per ricondurci alla Casa paterna; assume, prende su di sé tutto il nostro male e si presenta dinanzi al Padre come unico responsabile pronto per espiarlo e pagarne il prezzo. Sì, proprio così il nostro male viene cancellato dal Figlio di Dio! Questa è la nostra Pasqua! Così il male muore inchiodato alla croce, muore sul monte, viene calato in un sepolcro, viene sceso nelle viscere della terra e il bene risorge in un mattino radioso: era il 16 di Aprile 2017. Il Bene è tornato a fiorire nel giardino accanto al monte, dove il Risorto ci chiama tutti per nome per un nuovo Battesimo nel Suo sangue, è tornato a fiorire nel cuore di una peccatrice convertita, è tornato a fiorire nel cuore di due delusi che procedono in senso contrario verso Emmaus e, incontrato il Risorto, tornano al Cenacolo come testimoni, è tornato a fiorire nel cuore degli apostoli frastornati e impauriti poi intrepidi e martiri gloriosi, è tornato a fiorire in Tommaso che non crede, tocca i segni della redenzione e proclama che Gesù è il suo Signore e il Suo Dio, è tornato a fiorire nel tuo e nel mio cuore con il calore e la luce di quella lampada pasquale che una Madre buona, madre del Risorto e dei risorti, dai piedi della croce e gloriosa dal Cielo santo, sempre come mediatrice alimenta tutti noi.
Auguri di ogni benedizione.
Per i Missionari de La Salette
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