DIVENTARE MS: I PRIMI PASSI
Quante domande nascono nel cuore quando ci si mette in ascolto! Quando ci si chiede: «Signore, cosa vuoi da me? Cosa vuoi che io faccia? Qual è il tuo disegno su di me?».
Se vuoi conoscere qual è il cammino che un giovane può compiere per donare la sua vita al Signore come MISSIONARIO DELLA MADONNA de La Salette, ti presentiamo le tappe più importanti. (Leggi tutto… [Cliccando su leggi tutto compare tutto il testo])
1) I primi passi: mettersi in ascolto
1.1 «Seguimi»
Il «segreto» che dà inizio ad ogni “storia vocazionale” può forse essere brevemente descritto come un incontro vivo, un trovarsi faccia a faccia con un Signore riconosciuto come buono e affidabile, pieno di attenzione e di benevolenza. È l’esperienza dell’amicizia profonda con cui Dio sa attirare ai suoi disegni i suoi figli e ancora rivolgere un invito : «Seguimi».
1.2 Vieni e vedi
Quando un giovane intuisce questa chiamata misteriosa del Signore e un fascino del tutto particolare verso la «forma di vita» proposta da Maria nella sua Apparizione: vivere una vita da riconciliati per metterla a servizio della Riconciliazione, può chiedere di iniziare un cammino di discernimento entrando prima nella comunità religiosa a Lui più vicina poi andare nella comunità vocazionale della Provincia per fare un cammino di discernimento: un percorso che dura circa un anno: Avrà in tal modo la possibilità di partecipare alle attività giovanile della comunità, a quelle del gruppo giovanile salettino, essere accompagnato nella direzione spirituale, di pregare insieme, di confrontarsi, di vivere momenti di ritiro e di silenzio e di sperimentare occasioni di servizio e volontariato e conoscere così più da vicino la vita Salettina.
2) La formazione
2.1 Il «postulato»
• Dopo il discernimento, l’entrata «ufficiale» si ha con l’ingresso in Postulato. Accanto ad una comunità religiosa. È un periodo di due anni in cui si possono assaporare in maniera significativa e bella, alcuni dei valori fondamentali del Carisma de La Salette: l’ascolto del Signore, soprattutto nella preghiera comunitaria e personale; la vita fraterna in comunità; il servizio nella dedizione di sé all’altro. Abitualmente in questo periodo si segue il biennio filosofico in una università Ecclesiastica.
2.2 Il «noviziato»
• Si tratta di un anno particolare in cui si privilegiano soprattutto due aspetti. In primo luogo la vita di preghiera: oltre alla Liturgia delle ore, molto tempo viene trascorso a contatto con la Parola di Dio , nell’adorazione eucaristica, nella meditazione personale. “ E’ il periodo dell’innamoramento” del Signore Gesù. L’altra dimensione che trova in quest’anno una accentuazione notevole riguarda il discernimento personale, ossia l’impegno di un confronto frequente con maestro dei novizi che accompagna i giovani in questo cammino.
Durante il Noviziato, inoltre si affrontano tematiche relative ad aspetti fondamentali della vita consacrata, si approfondisce la Regola di vita dei Missionari de La Salette, il carisma, l’apparizione e il Messaggio di Maria con i valori profondamente evangelici, “di preghiera, penitenza e zelo”…. Il noviziato ha come meta la “Professione semplice”, dove il giovane veste l’abito religioso, riceve il Crocifisso de La Salette e pronuncia i voti di povertà, castità e obbedienza e può così proseguire ulteriormente la sua ricerca e la sua formazione da religioso per tre anni, in vista di una promessa e di un’adesione definitiva per la vita (la professione perpetua).
2,3 Lo scolasticato
I giovani religiosi studenti, mentre intraprendono lo studio della Teologia, rimangono in questo Seminario ; il loro cammino è finalizzato soprattutto al discernimento sulla professione definitiva dei voti di povertà, castità e obbedienza e sulla vita fraterna in comunità. La quotidianità ordinaria, la semplicità della vita, le fatiche umili e discrete, divengono il «banco di prova» per verificare se questa vita è davvero ciò a cui il Signore chiama.
Quali sono gli ambiti in cui il giovane religioso può sperimentarsi? Sono quelli della fedeltà nella preghiera; nella fraternità vissuta con gioia e semplicità; la serietà nel proprio accompagnamento spirituale; lo studio fatto con impegno; i diversi tipi di servizio a carattere pastorale e socio-caritativo o missionario; uno stile di vita semplice e povero; la letizia come atteggiamento fiducioso di abbandono nelle mani della Provvidenza.
2.4 Professione perpetua
Eccoci dunque al termine di questi primi anni di vita salettina. Certe volte viene proposto un anno di esperienza diretta di vita missionaria per una maturazione e una scelta più attuale.
Con la “Professione perpetua” si entra a far parte definitivamente della nostra famiglia, per continuare, con la grazia del Signore, ad essere testimoni della sua gioia, appassionati “seminatori” del Vangelo!Il Cammino continua con il Diaconato e l’ordinazione sacerdotale