La vita religiosa e/o sacerdotale a La Salette, la mia vocazione salettina?
Noi riceviamo dei candidati per il ministero “ordinato” e per il ministero di fratelli religiosi. Noi operiamo per il Regno di Dio e per la Chiesa in molti settori: ministero pastorale, missioni, ritiri, santuari e pubblicazioni. Questa è la Buona Notizia che noi annunciamo: Dio chiama tutti alla riconciliazione.
Che cos’è una vocazione al sacerdozio, alla vita religiosa o missionaria? Come si manifesta? Come potete capire che siete chiamati? Ecco alcuni punti da tenere in considerazione:
Può capitare a qualcuno di sentirsi fortemente attratto dalla prospettiva del sacerdozio o della vita religiosa – o da realtà correlative, quali la liturgia, la teologia o le missioni. A volte può trattarsi di una specie di fascino esercitato dallo stile della vita religiosa. Questa attrazione forse non permette di arrivare ad una motivazione chiara, tuttavia lascia intendere che una vocazione è possibile.
Un secondo segno è il desiderio di rendere gloria a Dio servendo la Chiesa e lavorando per la salvezza delle anime. C’è una rassomiglianza con l’attrattiva menzionata sopra. Questo desiderio dovrebbe incoraggiarvi a familiarizzare con la vita sacerdotale, religiosa o missionaria, a fare conoscenza delle difficoltà legate a questa vocazione, pur continuando a riconoscere in voi il desiderio di sacrificarvi per gli altri servendo in questo modo Gesù.
Un terzo segno è la volontà di prendere in seria considerazione la propria vita spirituale e il suo sviluppo. È importante mirare alla crescita spirituale, ricorrendo frequentemente ai sacramenti ed impegnandosi in una vita di preghiera regolare (“Pregare è il primo dovere ed il vero cammino di santificazione dei sacerdoti” – Benedetto XVI, Catechesi nell’Udienza Generale del 02/07/2009).
L’equilibrio emotivo è un altro segno. La vita di un religioso, di un prete, di un missionario, lo obbliga non solo ad occuparsi dei propri problemi, ma lo porta ugualmente ad aiutare altre persone in preda a difficoltà. Ciò esige un equilibrio emotivo ed una padronanza di se stessi. Bisogna essere in grado di far fronte ai propri problemi personali e saper evitare ogni deviazione nelle emozioni, in modo da essere in grado di aiutare gli altri nelle loro difficoltà.
Un quinto segno consiste in un livello intellettuale che raggiunga almeno la media. Ciò permetterà di riuscire negli studi teologici come pure nella trasmissione della fede, indispensabile nel futuro ministero. Ci sono ancora altre cose da imparare in vista del ministero, e un buon livello intellettuale permette di arrivarci.
Nel processo di discernimento, le persone che vi conoscono da molto tempo – genitori, parenti e amici – possono essere di grande aiuto. Vi conoscono bene e sono in grado di illuminarvi sul vostro modo di reagire di fronte agli altri, come pure sulla vostra capacità di convivere con la solitudine, due dimensioni importanti nella vita di un religioso.
Per finire, ricordiamo che bisogna anche prendere in considerazione il livello di salute. Essa deve permettere di far fronte alle esigenze del ministero, a volte molto impegnative, in modo particolare nelle missioni. Certi stati di salute, come le malattie mentali, sono dei segni che fanno capire la necessità di abbandonare ogni proseguimento nella vocazione.
Si possono trovare altre informazioni concernenti le vocazioni sul sito: http://lasalette.org/